La storia
La ferrovia Lagonegro-Spezzano Albanese venne idealmente concepita già a metà dell’Ottocento ma la sua realizzazione fu resa possibile solamente a partire dal primo decennio del Novecento con l’approvazione della legge che concesse all’industria privata la costruzione delle ferrovie di Basilicata e Calabria (Legge 21 luglio 1910, n. 580).
La linea era parte dello sterminato progetto della rete calabro-lucana che avrebbe dovuto congiungere quattro regioni, Puglia, Basilicata, Campania e Calabria, percorrendo il territorio lucano da est ad ovest e da nord a sud con le linee Bari-Atena, Gravina-Avigliano, Potenza-Nova Siri, Lagonegro-Castrovillari. La costruzione della rete ebbe inizio nel 1915 e proseguì fino al 1926 quando il piano dei lavori venne drasticamente ridimensionato lasciando molti tronchi in sospeso (la Potenza-Pignola-Laurenzana, la Atena-Brienza-Marsico Nuovo, la Matera-Ferrandina-Pisticci).
La Lagonegro-Spezzano Albanese, invece, venne ultimata e rappresentò per le comunità locali l’uscita dall’isolamento economico e sociale. Il 15 settembre 1915, venne inaugurato il primo tronco della calabro-lucana, da Castrovillari a Spezzano Albanese Terme lungo 25.254,80 km e progettato direttamente da FS, mentre il 30 ottobre 1929, entrò in servizio il tronco lucano da Lagonegro a Laino Bruzio (di cui una tratta tra Lagonegro e Rivello venne armata, oltre che con il binario ordinario, con una rotaia dentata centrale sistema Strub, detta “cremagliera”) con le stazioni intermedie di Rivello, Nemoli, Bivio Latronico, Lauria, Galdo, Prestieri, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore e Rotonda-Viggianello. Il 23 giugno 1930 venne aperto il tronco Morano Calabro-Castrovillari, infine, il 1 luglio 1931, con l’inaugurazione della tratta Laino Borgo-Morano Calabro, la ferrovia aprì all’esercizio nella sua interezza.
Dagli anni Cinquanta in poi la storia di questa linea è segnata da una serie di fenomeni di smottamento e dal conseguente cedimento di alcune strutture. Il viadotto sul vallone Serra, noto come “Ponte dello studente”, fu interessato da numerosi fenomeni di bradisismo che provocarono la deformazione di un’arcata con la conseguente chiusura del servizio ferroviario da Lagonegro a Rivello (1 marzo 1952). Nel 1970, a causa del cedimento di un altro viadotto, il traffico ferroviario venne sospeso nel tratto calabrese da Castrovillari a Spezzano Albanese. Negli anni successivi, i continui rallentamenti dovuti all’esigua manutenzione, il decremento del numero delle corse e dei viaggiatori, l’aumento della motorizzazione privata, la collocazione delle stazioni e delle fermate, in molti casi, lontane diversi chilometri dai centri abitati, condussero alla sospensione del servizio di trasporto tra Rivello e la stazione di Bivio Latronico e, infine, tra Bivio Latronico e Castrovillari, arrivando al 1978 con la chiusura dell’intera linea.
Nonostante le manifestazioni di protesta dei cittadini, la ferrovia venne dismessa e disarmata.
A partire dal 2017, grazie all’intervento della Regione Basilicata e alla stipula di un apposito accordo di programma con i comuni interessati (Lagonegro, Nemoli, Rivello, Lauria, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, Rotonda e Viggianello), l’Agenzia del Demanio e le Ferrovie Appulo lucane s.r.l., il tratto lucano dell’ex ferrovia è stato oggetto di un piano di riqualificazione che ha portato alla nascita di una greenway denominata “Ferrovia Ciclabile Lucana”.
L’itinerario è parte della costituenda “Ciclovia della Magna Grecia”, una delle dieci ciclovie turistiche nazionali.
